Focus settore giovanile: a tu per tu con la juniores élite di Francesco Marcon

La juniores élite della Vigontina San Paolo

Prosegue il nostro viaggio alla scoperta del settore giovanile: oggi fari puntati sulla juniores élite di mister Francesco Marcon, promosso alla guida dell’Under dopo un esaltante quadriennio che l’ha visto al timone di Esordienti, Giovanissimi e Allievi Élite.
Patentino Uefa B già da diversi anni, l’allenatore bianconero è cresciuto calcisticamente nel settore giovanile del Giorgione e ha poi giocato fino in Promozione: da tecnico, prima di approdare alla Vigontina San Paolo, ha lavorato egregiamente anche nei vivai di Plateolese (con tanto di finale della «Gazzetta Cup» disputata a Milano a San Siro) e ArdSpera.
«Ho a disposizione un gruppo di 22 ragazzi – spiega Francesco – Sono tutti 2004, ad eccezione di un 2003 e di due 2002: di questi, uno è già stabilmente aggregato in prima squadra. È una rosa che conosco bene, visto che quasi tutti i 2004 li ho già allenati l’anno scorso: un gruppo di qualità, molto coeso e affiatato, formato da ragazzi disponibili e sempre vogliosi di allenarsi. Obiettivi? Fare un buon campionato élite e preparare più ragazzi possibili al salto in prima squadra. A tal proposito c’è già una buona sinergia, sia con mister Massimo Malerba che con il direttore sportivo Mattia Gambillara, e alcuni elementi hanno già esordito in Promozione».
Quali sono le linee-guida principali su cui si basa il lavoro con una juniores?
«Non ci si deve limitare agli aspetti tattici e alla ricerca di un calcio propositivo e formativo: i ragazzi vanno preparati anche sul piano della mentalità e del carattere. Quando si esce dal settore giovanile, spesso si va incontro a campionati importanti, in cui l’impeto agonistico non manca. Il giovane deve presentarsi pronto, sotto tutti i punti di vista».
La juniores élite della Vigontina San Paolo, documenti alla mano, è una delle compagini più giovani del girone.
«Per noi è uno stimolo ulteriore per rendere al massimo. Se vuoi competere con avversari più grandi di uno o due anni, devi dare sempre tutto. Valorizzare i giovani è la cosa più bella per un allenatore: giusto per fare un paio di esempi, dei nostri 2005 Salvato è andato a Padova e Morsoletto a Bologna. Quando noi allenatori “non facciamo danni” e permettiamo loro di esprimersi al meglio, facendo emergere i punti di forza e le qualità di ogni ragazzo e aggiungendo anno per anno alcune conoscenze senza snaturare le loro innate virtù, abbiamo già ottenuto un ottimo risultato».